Viaggio guidato a San Leucio: da “Minerva trionfante” alla nuova fabbrica della conoscenza

 La grande valenza politico-propagandistica del tempio di Minerva, la tipologia del messaggio religioso legato a un’architettura prestigiosa affidata alla pietra calcarea, la legittimazione della signoria sul territorio da parte della città daunia di Canusium: questi i temi della giornata in programma dedicata al sacro, alla potente immagine simbolica del tempio di Minerva sulla collina di San Leucio, oggetto dal  2005 di indagini archeologiche da parte dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. 

Ricerca pronta a valorizzare, nella recente codificazione dei dati archeologici, i fatti pregnanti della storia dell’edificio religioso. Il forte nesso con la storia dei secoli successivi,  nel significativo mutamento di prospettiva, è nell’espressione discontinua ma forte della basilica cristiana,  nella lussuosa trama dei mosaici geometrici, nello spazio della chiesa sabiniana, veicolo propagandistico di altri poteri e di  autorità ben distinte da quelle dell’antica civitas di epoca daunia. La costruzione del tempio e l’edificazione della basilica costituiscono i principali momenti costruttivi della storia di San Leucio, con evidenti cambiamenti  dello spazio religioso che si struttura ora per esaltare la grande dea “troiana” autorevole referente della saga daunia, ora per innalzare nella celebrazione del Vescovo Santo Sabino ben altri personaggi della storia politica e religiosa del tardoantico.

Che gli scavi in concessione abbiano rappresentato una pacifica e felice rivoluzione nell’area archeologica lo dimostra l’avvenuta musealizzazione dell’Antiquarium, la coerente politica di espropriazione attuata dall’Amministrazione Comunale delle aree limitrofe, esito delle intese tra istituzioni per la qualificazione del sito. L’Antiquarium e il Parco Archeologico hanno oggi rilevanza e centralità nella politica culturale della Città.

La giornata dedicata a San Leucio parte quindi dall’esperienza di visita al sito che palesa, nella cornice di ulivi, la natura complessa, multidimensionale e multiscalare del paesaggio religioso antico.

Il potenziale di tale stratificazione viene messo in evidenza dal Prof. Patrizio Pensabene, che ha diretto lo scavo, da  Alessandro D'Alessio,  che ha coordinato la ricerca sul campo e dal Soprintendente Archeologo, dott. Luigi la Rocca.

Gli indirizzi di ricerca praticati in questi anni emergono oggi grazie all’iniziativa curata dal Comune di Canosa e dalla Fondazione Archeologica Canosina che hanno promosso, con la pubblicazione dell’estratto  "Arte e Cultura dell’antica Canosa" (da Scienze delle Antichità 18, 2012, Edizioni Quasar) gli assunti interpretativi e documentari del suggestivo dibattito sui caratteri identitari del tempio e della basilica.

Dopo i saluti delle Autorità, lo straordinario consenso che hanno avuto gli scavi dell’ultimo decennio nel mondo scientifico verrà ben illustrato da Carlo Rescigno, Professore di Archeologia Classica della Seconda Università di Napoli/Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera. La categoria interpretativa dell’esperienza storica di San Leucio viene analizzata nella prospettiva di una dialettica ampia che è quella della Daunia della prima romanizzazione, dell’Apulia ellenizzata e del territorio del tardoantico.

Ne discutono con gli Autori Fausto Zevi,  Professore Emerito dell’Università degli Studi “La Sapienza”, membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei, dell'Istituto Archeologico Germanico e membro onorario della British School di Roma e l’architetto Daniela Esposito, Professore associato di Restauro presso l’Università di Roma “La Sapienza”.

Vengono così affrontati dai relatori  i caratteri dirimenti di un’architettura religiosa promossa nel medio ellenismo, con la “Minerva trionfante” nel territorio daunio, la novità scenografica della basilica di San Leucio e gli aspetti problematici dei criteri di salvaguardia dei siti archeologici e degli interventi per la conservazione dei volumi architettonici e dei complessi monumentali.

 

Emerge dal dibattito tra studiosi come San Leucio non sia un modello astratto di archeologia o voyage pittoresque, per la dimensione catalizzatrice dei  ruderi monumentali,  ma una realtà che deve essere raffigurata, progettata, performata, all’interno di un processo di appropriazione e di costruzione dell’identità cittadina. La giornata è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, dall’Università degli Studi di Roma ” La Sapienza”, dal comune di Canosa e dalla Fondazione Archeologica Canosina.