IL CULTO DELL’ADDOLORATA E DELLA DESOLATA

Il mistero della Passione di Gesù e del dolore di Maria è uno degli eventi evangelici che si sono maggiormente radicati e diffusi nella devozione popolare, dando luogo a particolari esercizi di pietà e ad una memoria liturgica che ha interessato sia la Chiesa d’Oriente che quella di Occidente.

Lo straziante dolore della Madre che sembra cullare, come quando era bambino, il corpo sanguinante del Figlio appena deposto dalla croce è diventato, nell’immaginario collettivo, il prototipo di una universale materna sofferenza che non ha confini spaziali o temporali.

Nella semplificazione del materno dolore di Maria, che non solo si scioglie nel pianto ma si amplifica nella gestualità , nella raffigurazione della Madonna che cerca il Figlio Gesù sulla via del Calvario, dove lo segue fino al luogo della sua crocifissione, e dove assiste impotente e disperata alla sua morte, piangendo, parlandogli e consolando, e in fine lo prende in braccio per la sua deposizione dalla croce, la Vergine Maria lo unge , lo fascia per sepoltura.

Il culto dell’Addolorata a Canosa di Puglia, che trova la sua espressione più pregnante e drammatica proprio nella figura della Desolata , è incentrato proprio su questo aspetto: ne fanno fede sia l’iconografia del sacro rito.

La Processione della Desolata che è sempre preceduta da bambine vestite da angeli che recano in mano gli strumenti della passione ed è seguita da un centinaio di ragazze vestite di nero, con il volto coperto da uno spesso velo, quasi a celare la loro identità che si esalta in un dolore comune e universale, che si tengono per mano ,

“unite a catena” cantando lo Stabat Mater e l’Inno della Desolata ma soprattutto piangendo e urlando.

Sono donne del pianto mediterraneo memoria, sorelle in pectore della madre in lutto, evocare dal passato per aiutare la Vergine ad elaborare il suo cordoglio, nel loro pianto il dolore di ogni madre terrena si unisce al dolore della Madre Divina.

Nella Madre Desolata elabora il suo lutto nella muta gestualità di “stare” ai piedi della croce, ma il pianto si leva alto, nei canti che accompagnano il suo incedere e nelle grida di dolore delle cento donne che ne condividono e ne partecipano al cordoglio.

 

Nella Processione della Desolata il pianto delle donne da voce al plastico dolore del simulacro della vergine in questo pathos attraverso queste manifestazioni della pietà popolare, sono i residui di paganesimo e di superstizione e che sono, al contrario il segno di un diverso ma non per questo, meno significativo ed approccio al sacro.